Il vetro soffiato è lavorato a mano con la tradizionale lavorazione a balloton con stampo in metallo, per un effetto di rilievo incrociato.
Sembra morbido, eppure è vetro. L'illusione ottica firmata VENINI si chiama Balloton: una lavorazione unica che ricrea con il vetro l'effetto matelassé. I Monofiori vengono lavorati a mano, soffiati e finiti con un filo colorato applicato a caldo che richiude il decoro e lascia aperta la porta dello stupore.
Il nuovo colore VERDE RIO si ispira al paesaggio lagunare e alle magiche tonalità di Venezia.
DESIGN: Paolo Venini | 1970
Cod: 100.18vr
CARATTERISTICHE:
ALTEZZA: 20,50 cm
DIAMETRO: 18,00 cm
PESO: 0,770 kg
COLORE: VERDE RIO filo SANGUE DI BUE
TECNICA: SOFFIATO A BALLOTON
SOFFIATO - La tecnica è così definita perché gli artigiani espandono e modellano il vetro, soffiando aria all’interno di una lunga canna di metallo ad esso collegata, come vuole la tradizione millenaria dell’arte vetraria. Questa azione antichissima, unita all’esperienza e all’abilità dei maestri vetrai, trasforma il semplice vetro in veri capolavori artistici, unici nel loro genere.
BALLOTON - Per la tecnica del balloton il maestro si affida all’uso di uno stampo in metallo,metallo, con punte a piccola piramide dalla base quadrata lungo tutta la superficie interna della sua circonferenza. Nella soffiatura, il vetro ne riempie completamente il vuoto e restituisce un particolare effetto ottico di rilievo incrociato.
PAOLO VENINI - Nel 1921 Paolo Venini, avvocato milanese con una lontana tradizione familiare nella lavorazione del vetro, ha fondato assieme a Giacomo Cappellin, antiquario, l’azienda che porterà il nome VENINI. Creata con l’obiettivo di trasformare il classico mestiere del vetraio in arte innovativa, capace di diventare velocemente protagonista delle Triennali di Milano, delle Biennali di Venezia e di esposizioni in tutti i paesi d’Europa e degli Stati Uniti. Un risultato reso possibile dalla sinergia, promossa dallo stesso Venini, tra maestri, designers e architetti di tutto il mondo, al fine di anticipare e orientare il gusto, dando un’identità precisa a ogni modello uscito dalle sue fornaci. Le sue sicure scelte estetiche, unite alla grande qualità dei prodotti, hanno procurato alla sua vetreria un successo di critica e di pubblico crescente. Egli stesso si è dedicato al design fin dai primi anni trenta: del 1936 sono i vetri Diamante e, in collaborazione con Carlo Scarpa, le Murrine romane.