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VERONESE 600.01 CRISTALLO/ROSSO
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VERONESE 600.01 CRISTALLO/ROSSO

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Simbolo della vetreria sin dalle origini prende ispirazione dalla tela
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Simbolo della vetreria sin dalle origini prende ispirazione dalla tela

de «L’annunciazione della Vergine» di Paolo Veronese, il modello è caratterizzato da linee eleganti e armoniose.
(Paolo Veronese, Annunciazione, 1580 olio su tela; Venezia Galleria dell’Accademia )

Soffiato per la prima volta nel 1921grazie all'intuizione del direttore artistico di Venini dal 1921 al 1925: il pittore Vittorio Zecchin. L'artista s'inspirò a un dipinto del 1580 di Paolo Veronese "Annunciazione della Vergine" per creare quest'opera in vetro che ottenne un grande successo, tanto da diventare il logo dell'azienda e da restare nel tempo, un'icona dell'azienda.

EDIZIONE LIMITATA A 100 ESEMPLARI PER IL CENTENARIO DELLA NASCITA DELLA VENINI

DESIGN:    Vittorio Zecchin _ 1921

Cod:    600.01

CARATTERISTICHE

ALTEZZA:       32,00 cm

DIAMETRO:    20,00 cm

PESO:             1,50 kg

COLORE:        CRISTALLO/ROSSO

TECNICA:  SOFFIATO E MISTA

SOFFIATO - La tecnica è così definita perché gli artigiani espandono e modellano il vetro, soffiando aria all’interno di una lunga canna di metallo ad esso collegata, come vuole la tradizione millenaria dell’arte vetraria. Questa azione antichissima, unita all’esperienza e all’abilità dei maestri vetrai, trasforma il semplice vetro in veri capolavori artistici, unici nel loro genere.

MISTA - È la definizione data all’unione di più tecniche, usate dal maestro per realizzare oggetti in vetro di pregio e dalle caratteristiche particolari: la commistione equilibrata di più lavorazioni dona una personalità forte all’opera e la arricchisce nell’identità.

AUTORE - Vittorio Zecchin - Figlio di un tecnico vetraio muranese, Luigi, si diploma all'Accademia di Belle Arti di Venezia. Insofferente verso la cultura verista tardo-ottocentesca che qui incontra, si sente piuttosto attratto dagli stimoli offerti dalle Biennali veneziane che frequenta entrando in contatto con le ricerche simboliste e con l'ambiente della Secessione Viennese. Nel 1914 presenta alla XI Biennale, assieme al pittore Teodoro Wolf Ferrari, alcuni vetri realizzati presso la vetreria Barovier. Dopo il 1918 privilegia le arti applicate. Dal 1921 al 1925 è direttore artistico della società Vetri Soffiati Muranesi Cappellin Venini & C. per la quale crea pezzi classicheggianti in vetro leggero e con colori delicati; ispirati allo stile pittorico del XVI secolo dei pittori veneti, questi vasi furono i primi esempi di lavori moderni in vetro di Murano. Conclusa l'esperienza con Cappellin Venini, continua, nel corso degli anni trenta, a dedicarsi alla creazione di vetri raffinatissimi, collaborando con diverse vetrerie: Ferro-Toso (1930), A.Ve.M. Arte Vetraria Muranese (1932-1933), Salir (1932-1938), Barovier Seguso Ferro (1933-1934) e Fratelli Toso (1938).Sempre durante gli anni trenta e nell'ultimo decennio della sua vita, si dedica anche all'insegnamento collaborando con diversi istituti professionali veneziani tra cui la “Scuola per l'Industria Vetraria” di Murano (nel 1934) e la scuola per apprendisti vetrai “Abate Zanetti” (dal 1936), avvalendosi nell'attività didattica di due opuscoli redatti da lui stesso, l'uno sulla storia del vetro, l'altro sul mosaico; e anche la scuola professionale Vendramin Corner ove si occupa di arazzi e ricami.

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